Punto di Vista n.7
Sabato 21 gennaio 2023 | Andrea Sivilotti
La ricerca
Nella sesta tappa, di questo percorso in pillole di fotografia, vi ho parlato della fotografia d’attesa, ovvero della pazienza che deve avere il fotografo, nell’aspettare che l’evento da lui immaginato accada, così da poterlo congelare con lo scatto.
Oggi invece vorrei parlare proprio della location o meglio, della necessaria ricerca per il luogo ideale per la ripresa, quella porzione di paesaggio che di solito attira l’occhio del fotografo e fa risvegliare in lui le fantasie sopite con le relative previsualizzazioni.
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- A volte ci capita di mettere in spalla la macchina fotografica e partire senza una vera e propria meta, nella speranza di incontrare una situazione o un soggetto interessante da fotografare, quasi per caso;
- Altre volte invece, ci organizziamo a dovere, pianificando una passeggiata in luoghi che in precedenza avevamo già individuato come interessanti.
In entrambe le situazioni, se riusciamo a scattare una o più immagini degne di nota, il più delle volte il merito non è del caso, bensì dalle scelte che la nostra mente ha effettuato cercando e individuanto la situazione migliore.
Nella prima condizione l’impegno di ricerca e osservazione è maggiore in quanto non abbiamo conoscenza del luogo dove ci troviamo. In quel luogo non conosciamo come si comporta la luce nelle varie ore del giorno, non conosciamo il flusso di persone e gli orari migliori per trovare soggetti più interessanti, non conosciamo gli scorci più suggestivi e che meglio si prestano per scattare le nostre immagini.
Tutto si scopre al momento.
Nella seconda condizione invece, ci rechiamo su un posto che conosciamo bene, un ambiente che abbiamo scandagliato a lungo, individuando punti strategici dove posizionarci per ottenere immagini di maggior effetto, conosciamo l’ora migliore per scattare e abbiamo maturato una buona conoscenza del genere di persone che frequenta quel luogo a quella determinata ora.
In questa situazione quindi possiamo dedicare tutti i nostri sforzi alla scelta del momento di scatto, osservando per bene nel mirino della macchina fotografica se tutto rispecchia quanto in precedenza previsualizzato.
Va da sé che anche se siamo giunti in una nuova location, mai frequentata prima, è inutile procedere vagando a casaccio, avanti e indietro, scattando senza una logica o un fine, senza idee, riempiendo di centinaia di inutili file le nostre schede di memoria.
La cosa migliore è rallentare, fermarsi e osservare.
Una volta arrivati a destinazione, è preferibile mettersi a esplorare il paesaggio con le persone che lo popolano, e a immaginare quale foto vorremmo scattare.
Ad esempio, per chi come me ama fotografare la gente, è doveroso analizzare i flussi delle persone, osservare come si muovono e soprattutto se c’è qualche cosa che attira la loro attenzione e li fa soffermare in qualche punto in particolare, magari assumendo espressioni bizzarre.
Le persone in movimento sono interessanti ma non sempre facili da riprendere, possono diventarlo se riusciamo a coglierle in un momento di fermo immagine, quando sono intente anch’esse ad osservare un qualche cosa o a parlare con qualcuno.
Ecco allora che diventa importante analizzare, nei minimi dettagli, il luogo che vogliamo diventi lo sfondo della nostra immagine; se durante la nostra passeggiata ci siamo soffermati proprio lì, significa che nella nostra mente abbiamo già elaborato un’idea di quella che potrebbe essere “la fotografia”.
Nella nostra mente si è palesata un’idea, ora sta alla nostra parte vigile riprodurla nella realtà, cercando l’inquadratura ideale e attendendo il momento decisivo.
Attraverso il mirino della macchina fotografica possiamo osservare le scene che più ci hanno colpito, sino a soffermarci sull’inquadratura maggiormente rappresentativa e a quel punto non ci resta che attendere.
L’immagine a fianco, ad esempio, è stata scattata nel parco Zarizeno a Mosca, un luogo che frequentavo spesso per le mie riprese, avevo infatti individuato una decina tra viali, piazze e parchi fotograficamente interessanti a Mosca che frequentavo con periodicità, studiandoli nei minimi dettagli per determinare gli sfondi o i contesti più accattivanti.
Da un po’ mi ero soffermato proprio sull’edificio in mattoni, lo ritenevo il giusto sfondo per un’interessante scatto e mi ero ripromesso di trovare un soggetto efficace da stagliare sulla meravigliosa texture dei mattoni rossi.
In uno dei miei vari appostamenti infatti, attesi l’arrivo di un soggetto principale da sposare con il mio sfondo ideale.
L’arrivo della giovane coppia che improvvisò un piccolo set di riprese, capitava a fagiuolo, ma nella mia mente l’immagine che inquadravo nel mirino aveva ancora un che di banale.
Volevo inserire un ulteriore elemento di bilanciamento o di contrasto, per renderla meno patetica.
Con la coda dell’occhio, fuori dall’inquadratura, vidi avviarsi verso l’edificio un’altra coppia, di persone meno giovani, li segui nel mirino e capii subito che erano loro il mio tassello mancante.
Mi piaceva l’idea di una coppia anziana che usciva dalla scena mentre una più giovane si prendeva il primo piano.
Per rendere più efficace questa mia visione, attesi che la coppia più attempata si allontanasse un po’, arrivando in un punto sufficientemente distante ma dove risultavano ancora leggibili.
Buone foto a tutti.
Andrea
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