Ho scritto un libro
Venerdì 25 novembre 2016 | Andrea Sivilotti
– Ho scritto un libro e l’ho intitolato “Io vado…”.
– Wow! E com’è che ti è presa l’idea di scrivere un libro?
Bella domanda, di fatto non nasce da una idea in particolare o da una pianificazione, ho sentito l’impulso di mettere su carta quello che mi frullava in mente.
Scrivere mi è sempre piaciuto e come molti ho iniziato da ragazzo riempiendo le pagine dei diari scolastici, o di agende e solo in seguito i miei amati ordinati Moleskine.
Ciò che riversavo sui fogli bianchi erano pensieri, concetti, brevi storie inventate che servivano a scaricare le tensioni che mi percorrevano. Un po’ come in un’autoanalisi cercavo con la massima onestà di esprimere i miei pensieri e durante la rilettura di osservarli da lontano, come fossi un estraneo che legge i pensieri di un altro.
Pian piano ho iniziato a creare un metodo che non valeva solo per la mia introspezione ma mi aiutava anche a comprendere più a fondo le persone che mi stavano accanto.
La scoperta di una vera passione per la fotografia ha di fatto completato l’opera; l’osservare le persone attraverso il mirino muto della macchina fotografica, ha di fatto affinato e completato il mio modo di osservare, vedere e tentare di comprendere gli individui che mi stavano di fronte.
Attraverso la fotografia descrivevo situazioni che mi apparivano avanti agli occhi, mentre con le parole scritte raccontavo le immagini che mi si componevano in mente.
“Io vado…” quindi nasce come una raccolta di questi racconti e concetti che ho trasformato in un unico libro inserendo un racconto trainante che li univa e li amalgamava.
Ho preso spunto da un vero viaggio che avevo intrapreso più di una volta, percorrendo il breve tragitto che separava la casa di una giovane ragazza veneta e la mia in Friuli. Viaggi che percorrevo in solitaria, spesso durante la notte, immerso in mille pensieri e riflessioni.
Per scrivere e pubblicare un libro ci vuole grande autostima e anche un po’ di presunzione. A lungo ho combattuto contro questi due aspetti, anche perché non ho mai pensato di essere portato per la scrittura, però ad un tratto è accaduto un fatto strano e anomalo che mi ha fatto cambiare idea.
Dopo una lunghissima e piacevole conversazione con una cara amica, a cui avevo cercato di spiegare il motivo per cui mi ritenessi comunque fortunato nel vivere un grande amore benché questo non venisse corrisposto, mi resi conto che non ero riuscito a convincerla.
Percorrendo la strada verso casa, come sempre cercai di trovare altre parole per spiegarle le mie ragioni, pensai a una metafora, pensai ad una storiella quasi da bambini che potesse contenere il messaggio che volevo comprendesse.
Giunto a casa cominciai a scrivere e salvare sul mio vecchio Nokia gli sms che volevo inviarle in un unico blocco, ma mi resi conto che i 150 caratteri a disposizione per ogni sms erano troppo pochi. Mi misi quindi al computer e le scrissi una mail di dieci pagine. Nacque la storia del cane “Sorriso”.
La storia di “Sorriso” giunse al cuore della mia amica e finalmente il mio messaggio fu compreso.
Feci leggere quel breve racconto ad altre amiche che sapevo fossero buone lettrici e il risultato fu sempre lo stesso, si commuovevano per la tenerezza della storia e si rallegravano con me per come fosse scritta. Capii allora di aver trovato una chiave di volta su cui poggiare tutti i concetti che non aspettavano altro di essere manifestati.
Mi munii quindi di una buona dose di coraggio e presunzione e composi quello che poi è diventato il mio libro.
L’idea era quella di regalare il libro per Natale agli amici più cari e ai miei familiari, un regalo un po’ diverso, un regalo che raccontava molto di me e dei miei sogni.
Le aspettative che riposi in quel regalo anomalo omaggiato alle persone sentimentalmente a me più vicine in quel momento, non diedero i risultati sperati. Credo che ad aver letto per intero il mio libro siano stati solo una piccolissima parte di quelli che lo hanno ricevuto in dono.
Le maggiori soddisfazioni infatti le ho ottenute quando a leggerlo sono state persone non a me così vicine o comunque persone che non s’immaginavano una mia passione per la scrittura.
Infine anche la sua traduzione russa, doverosa visto che una parte della mia nuova famiglia parla quella lingua così complessa ed affascinante, sta dando grandi soddisfazioni.
Ho scritto un libro e ne sono fiero.
Non sono uno scrittore però mi piace scrivere, spero veramente che chi si concede alla lettura dei miei scritti possa passare dei bei momenti in loro compagnia.
Buona lettura.
Andrea.
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