Come capire l’arte?
Martedì 15 agosto | Andrea Sivilotti
Come capire l’arte? Io ho una mia idea.
L’arte non va capita, l’opera d’arte va subìta, svuotati da ogni fazioso nozionismo, posti davanti ad essa dovremmo imparare a percepire ciò che essa ci trasmette: calore, confusione, brividi, rifiuto, tristezza, allegria… qualsiasi emozione.
Come in una specie di sindrome di Stendhal, l’osservatore posto davanti ad un’opera d’arte, viene investito da una serie di incontrollabili effetti psicosomatici, dalla tachicardia alle allucinazioni.
Solo menti vergini sul piano artistico riescono a provare simili emozioni, mentre tutti gli altri addomesticati dalle varie culture scolastiche, modellati a dovere da docenti e critici dell’arte hanno perso questa grande opportunità.
La vera e pura ignoranza artistica può portare alla massima percezione dell’arte.
Per pura ignoranza intendo la completa assenza di dogmi imposti da insegnanti più inclini a plasmare a loro immagine e somiglianza i propri allievi, che solleticare le menti ad una piena apertura, priva di qualsivoglia condizionamento diretto o indiretto.
L’opera d’arte è frutto di una mente a suo modo geniale, una mente spesso non conformata a modelli prestabiliti, che ha pensato e realizzato qualche cosa che inizialmente era solo un’idea, o forse nemmeno quella ma solo un flusso istintivo.
Ci sono artisti che pianificano e progettano ogni minimo dettaglio, realizzano bozzetti, campioni o prove, altri invece che creano solo sospinti dall’idea che muove loro le mani.
Che piaccia o meno un’opera d’arte rimane comunque tale, e davanti a tale concetto i commenti e le critiche dovrebbero fare un passo indietro.
Le tele tagliate di L. Fontana possono piacere o meno, L’urlo di E. Munch può piacere o meno, la casa sulla cascata di F. L. Wright può piacere o meno, rimangono comunque delle opere d’arte.
La storia lo ha dimostrato in molte occasioni, che l’artista contemporaneo il più delle volte non viene apprezzato.
Qualcuno dice: “non viene capito!” ma io ribadisco il concetto che la mancata accettazione è solo colpa dei conformismi, dei modelli imposti nell’immaginario collettivo del momento, solo questo può condizionare e quindi limitare la percezione dell’arte.
Come per il Pasolini sputato da tutti quand’era in vita e ritrovato a quarant’anni dalla sua morte, forse tra trecento-cinquecento anni, una persona comune entrando in un museo dell’arte e trovandosi di fronte a una delle prestigiose tele tagliate di Fontana, proverà la stessa emozione che oggi un qualsiasi visitatore prova entrando nella Cappella Sistina.
Forse mi sbaglierò, ma io davanti ad un’opera geniale dell’arte dell’uomo, quanto meno, mi lascio condizionare solo dalle emozioni che mi attraversano.
Articoli correlati
C’era una volta il bosco
C'era una volta il boscoLunedì 6 gennaio 2025 | Andrea SivilottiA dir il vero dovrei dire: "c’era una volta la gente...
Eleganti oggi
Eleganti oggi Sabato 22 agosto 2021 | Andrea SivilottiA volte ripensando al passato più remoto, mi tornano alla...
L’uomo sandwich
L'uomo sandwich Mercoledì 11 marzo 2020 | Andrea SivilottiPassano, le persone passano, e come sempre mi chiedo a che...