Tutti possono sognare.
Domenica 5 gennaio 2025 | Andrea Sivilotti
Tutti possono sognare e tutti dovrebbero perseguire i propri sogni.
Voglio ritornare su un tema già in parte espresso in un altro post, in quanto ritengo importanti alcuni concetti sulla pacifica convivenza tra gli esseri, ecco allora che riparto proprio da una doverosa premessa: viviamo in un momento storico particolare, strano per certi versi e triste per molti altri.
Il web ha dato a chiunque potesse avere un mezzo per connettersi ed una rete di connessione, la possibilità di avere accesso ad un’infinita quantità di informazioni, senza però dargli una specie di navigatore per potersi orientare in mezzo al marasma di dati presenti.
È sempre la stessa storia, prima ti mettono in mano un’arma e poi ti spiegano che se mal utilizzata può causare danni irreversibili.
Così siamo giunti all’era dei “super esperti” in ogni materia e non v’è più margine di dialogo, di confronto o semplicemente di scambio di opinioni, oggi tutti hanno la piena certezza di essere dei “sapienti” in ogni tematica, in quanto fruitori del grande maestro, il “web”.
Così accade che non puoi più invitare gli amici a casa per una spaghettata, perché ci sarà sempre qualche fido seguace di uno chef stellato che ti dirà che stai sbagliando ricetta, perché quella “vera” prevede… oppure non potrai più aprire con gli amici, una semplice bottiglia di vino regalatati dal tuo vicino contadino, perché ci sarà sempre un esperto enologo che ti dirà che è un vinaccio, che non è il bicchiere giusto, che andava scaraffato mezz’ora prima, che…
Questo purtroppo accade in ogni ambiente, nel mondo del lavoro ma anche nel leggero mondo degli hobby.
Tu potrai nel tuo mestiere essere un’esperto e scafato professionista, stimato e rispettato dai tuoi colleghi e clienti, ma ci sarà sempre un chicchessia che di professione fa ben altro, che di fatto sarà li a ricoprirti di consigli e contestare tue citazioni esperenziali.
Negli hobby poi…
Io per esempio, non faccio un genere di fotografia considerabile “contemporaneo” e ne sono cosciente, amo i fotografi del secolo scorso, quelli che raccontavano con immagini semplici, in bianco e nero, la vita di ogni giorno che gli si muoveva attorno.
Cerco di cogliere dei momenti interessanti, a volte significativi, che possano un domani raccontare qualche cosa del periodo fotografato.
Anche in questo caso ci sono i “super saggi” che pur venerando i maestri sacri, di quel passato a me tanto caro, i vari Gianni Berengo Gardin, Henri Cartier Bresson, Robert Doisneau, Dorothea Lange, ecc. disprezzano apertamente le immagini che cerco di produrre ispirandomi proprio ai grandi del passato.
Come se il concetto fosse: “loro sono loro, a te non è concesso”.
Loro ritraevano una coppia in romantica intimità in riva al lago e lo considerano, giustamente, un capolavoro, mentre se a ritrarre una coppia in un atteggiamento simile sono io, beh allora questa è solo una foto banale e insignificante.
Raccontare la vita in movimento in una piccola cittadina, senza artifizi, senza effetti speciali, senza sfocati o riflessi strani, senza inquadrature esasperate, senza enfatizzare chiaro scuri ma semplicemente ritraendo, in modo composto, limpido e chiaro, per il “super esperto” sono solo una cozzaglia di foto in stile album delle vacanze.
Io credo che si sia perso il senso del limite o meglio, che la gente non abbia più coscienza dei propri limiti e che manchi sopratutto il rispetto per l’altrui sensibilità, che manchi la capacità di una visione più ampia, dove ogni fotografo, dopo un doveroso ed adeguato percorso di studio e pratica, decida di percorre una propria strada, a prescindere dello stile abbracciato, una strada che gli consenta di trasporre nella sua produzione un po’ di quanto ci sia dentro al suo cuore, al suo essere.
La psicologia ci insegna che se qualcuno cerca in ogni modo di imporre ad altri la propria visione, il proprio stile o modo di fare, ritenendolo “quello corretto”, spesso è legato al fatto che nemmeno lui è convinto di stare dalla parte della ragione e cerca, anzi, pretende il consenso dai suoi uditori.
Io continuerò a scrivere e fotografare seguendo il soffio che arriva dal cuore, continuerò a studiare, a guardarmi attorno, a confrontarmi con il lavoro degli altri, a cercare il miglioramento, a prendere spunti da ogni dove e mi rammarico se i miei scritti e le mie foto non piaceranno a tutti o a molti.
Non son nato per compiacere, sono nato per vivere, lottare e perseguire i miei sogni.

Buone foto a tutti.
Andrea
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